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Assemblea di convergenza sul futuro del Forum Sociale Mondiale

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IMG_4508Probabilmente l’assemblea di convergenza più seguita è stata quella sul futuro del Forum Sociale Mondiale. Dell’argomento se n’era parlato anche nei giorni precedenti (avevo assistito ad una sessione organizzata da Attac France dal titolo: “World Social Forum 3.0 and the Occupy Movements”). In più, pochi mesi prima del Forum, uno dei suoi padri fondatori, il brasiliano Chico Whitaker, membro anche del suo Consiglio Internazionale, ha pubblicato un controverso articolo dove spiega come secondo lui il Forum Sociale deve evolversi, e propone lo scioglimento proprio del Consiglio Internazionale.

La nascita poi di nuovi movimenti informali in favore della democrazia e di opposizione al capitalismo globale, come i gruppi di indignados e i giovani delle rivoluzioni arabe, ha posto la questione di come il Forum Sociale debba diventare più inclusivo e aumentare la trasparenza e l’orizzontalità nella sua organizzazione. Per tutti questi motivi la gente, malgrado fosse la mattina presto dell’ultimo giorno del Forum, è accorsa a questa assemblea.

Gli interventi sono stati molti e vari. Diverse persone hanno criticato il fatto che il Forum non riesca a prendere posizioni politiche forti, e ad organizzare azioni collettive tra tutte le organizzazioni che vi partecipano. In questo senso il Forum rischia di diventare una specie di “Woodstock sociale”, è stato detto, mentre quello che dovrebbe essere è un gruppo di pressione permanente, una lobby per promuovere alternative al neo-liberalismo imperialista. In molti hanno posto l’accento su come il Forum non sia un evento, ma un processo permanente, e di conseguenza le iniziative locali e nazionali devono essere rafforzate.

Per quanto riguarda il Consiglio Internazionale, c’è stato un consenso sul bisogno di riformarlo in una qualche maniera. Una proposta è quella di riformarlo come un comitato di rappresentati di tutti i vari Forum Sociali regionali e nazionali. Ma la questione rimane aperta su come questi rappresentati debbano essere scelti, ed è stato messo in evidenza il rischio di possibili influenze da parte dei partiti politici se si percorresse questa strada.

Alcuni interventi sono stati di natura logistica o tecnica, ma con delle ripercussioni politiche. Per esempio è stato detto che per migliorare l’impatto del Forum, la comunicazione sugli esiti delle singole sessioni e delle assemblee debba migliorare, per esempio attraverso dei comunicati stampa sulle diverse sessioni e delle gallerie di foto per i giornali, e con la condivisione delle minute online in tempo reale. In più le nuove tecnologie possono anche favorire i processi di presa delle decisioni in maniera orizzontale, per esempio attraverso lo streaming delle riunioni organizzative. La gestione di così tanti eventi paralleli (più di 100 contemporaneamente, per tutta la durata del Forum) pone dei problemi logistici enormi (si dice che intorno al 20% delle sessioni sia saltato), per cui è stato proposto di fare meno workshop e di concentrarsi su una logica di convergenza.

E’ stato proposto di organizzare, nei due giorni precedenti al Forum, delle sessioni di orientamento, dove si spieghi la metodologia e la struttura del Forum, per evitare che si crei confusione sia da parte di chi organizza le sessioni che per quelli che vogliono seguirle.

Un paio di interventi di giovani tunisini hanno posto l’accento sul fatto che molti attivisti locali hanno partecipato al Forum come volontari, e per questo non sono riusciti ad assistere praticamente a nessuna sessione, o a partecipare alle discussioni. Per questo hanno chiesto di fare un altro Forum a Tunisi, in modo che i giovani tunisini possano veramente prendervi parte. E’ stato proposto anche che non ci sia nessuna quota d’ingresso per i partecipanti dei paesi in via di sviluppo, mentre quella per i paesi occidentali potrebbe essere aumentata.

Alcune buone idee sono venute fuori dalla discussione. Ma il consenso non c’era praticamente su nulla. Per ogni intervento c’era sempre qualcuno che la pensava in maniera opposta. L’unica elemento comune che è emerso, anche ribadito dal moderatore in chiusura, è che nessuno degli interventi ha proposto l’interruzione del Forum Sociale, e anzi, tutto questo dibatto è la prova di come il Forum sia vivo e pieno di energie. Tanti hanno posto l’attenzione sul fatto che malgrado tutti i suoi limiti, il Forum rimane uno spazio unico al mondo per l’insegnamento reciproco, lo scambio di conoscenza e la creazione di azioni comuni, da cui si può creare una nuova cultura politica globale . Per questo motivo il Forum nel 2015 si farà. Già questa mi sembra un buon risultato.


Archiviato in:Assemblee di convergenza, Eventi generali, Italiano Tagged: Forum Sociale Mondiale, Forum Sociale Mondiale 2015, Futuro del Forum Sociale, Tunisi

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